Il Suonatore di tiorba di Antiveduto Gramatica accanto al Concerto di Mattia Preti per “due caravaggeschi a confronto”

Fino a domenica 7 settembre 2014 il Palazzo comunale di Alba ospita Il Suonatore di tiorba di Antiveduto Gramatica. untitledL’opera della Galleria Sabauda di Torino – attualmente chiusa per il trasloco nella nuova sede di Palazzo Reale –  è nella capitale delle Langhe nell’ambito dell’iniziativa “LaSabauda in tour per le città: proiezioni, esperimenti e verifiche sul territorio”, un progetto promosso dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte. Ideato dalla Soprintendente Edith Gabrielli con il coordinamento della Direttrice della Galleria Sabauda Anna Maria Bava, in accordo con le amministrazioni comunali e con il sostegno della Compagnia di San Paolo, l’evento coinvolge oltre a Torino tredici città della regione: Alba, Alessandria, Asti, Biella, Casale Monferrato, Cuneo, Domodossola, Ivrea, Novara, Saluzzo, Varallo Sesia, Verbania e Vercelli. Ad Alba l’esposizione è stata inaugurata giovedì 29 maggio alla presenza del Sindaco Maurizio Marello e dell’ex Assessore alla Cultura Paola Farinetti. L’opera di Antiveduto Gramatica è stata accolta nella sala della Resistenza ed accostata  ad un altro quadro di altissimo valore artistico di proprietà del Comune di Alba, abitualmente collocato nella sala Consiglio del Palazzo comunale, ovvero il Concerto di Mattia Preti (1630 circa) per una visita con “due caravaggeschi a confronto”.

In effetti, «Il Suonatore di tiorba conferma la predilezione del Gramatica per i soggetti con strumenti musicali derivati daltiorba Caravaggio e dalla sua cerchia, motivo interpretato con vena sottilmente lirica e con gusto spiccato per l’eleganza e la delicatezza del tocco, quasi sorprendente per precisione e raffinatezza. L’opera è ritenuta frammento di una composizione a tre figure di cui si conosce una copia, già presso Bangel a Francoforte».

Nel Concerto di Mattia Preti «il soggetto raffigurato rappresenta un’allegoria della musica. È ritratta una donna che suona il clavicembalo, cui si affiancano ai lati due fanciulli: il primo legge il foglio pentagrammato, il secondo canta. La dimensione domestica viene descritta attraverso pochi elementi compositivi, due soli complementi d’arredo, il clavicembalo e uno sgabello. L’artista, infatti, non si sofferma sull’ambientazione, ma concentra l’attenzione sulla costruzione delle figure; ritrae i tre personaggi raccolti in concentrazione attorno allo strumento musicale, immersi nella penombra e lambiti da una calda luce che arriva dall’alto ad illuminarne i volti. L’immagine dipinta pare costruita su una diagonale ed è ripresa dal basso verso l’alto. La monocromia dei toni bruni, che caratterizza l’opera, è spezzata da alcuni tocchi di bianco: il pantalone del fanciullo in primo piano, il copricapo orientale e la camicia indossati dalla donna e i fogli concertinopentagrammati. La paternità del dipinto è stata attribuita al Preti da Roberto Longhi, che ritenne la tela un’opera giovanile per le affinità con i primi lavori dell’artista, analoghi per soggetto e per modalità stilistiche. Nei primi quadri l’autore mantiene, infatti, una dimensione introspettiva, legata al caravaggismo, soprattutto nell’impaginazione dell’opera e nell’uso della luce, per poi sfociare, nel corso degli anni, in una dimensione magniloquente. Il suo stile segue il rinnovamento pittorico in atto in questo periodo, che dall’influenza di Caravaggio slitta verso la magniloquenza della pittura barocca, che avrà come capitale Roma».

Le opere sono visitabili durante l’orario di apertura del Palazzo comunale in piazza Risorgimento, 1.  Sala della Resistenza – primo piano. Martedì e mercoledì: dalle 8.30  alle 12.30; giovedì: dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30; venerdì: dalle 8.30  alle 12.30; sabato: dalle 8.30  alle 12 e dalle 15 alle ore 18; Domenica dalle ore 15 alle ore 18. Sabato e domenica pomeriggio l’apertura è a cura dei “nonni civici”.

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