A Santa Vittoria d’Alba, in frazione Cinzano, si trova un’area archeologica al cui centro vi è un complesso architettonico abbastanza singolare: quello che è stato definito ” Turriglio “. Esso sorgeva in un punto in cui convergevano le strade che collegavano tra di loro Pollentia, la città più vicina, Alba Pompeia e Augusta Bagiennorum. Poderoso e svettante, troneggia all’interno di un ampio recinto di forma rettangolare, scandito da nicchie e la sua originaria funzione continua a sfuggire a definizioni certe.

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Una vista dall’alto del complesso del Turriglio

Fu costruito a cavallo tra età repubblicana e  età imperiale, nei primi secoli della nostra  era. Al centro di uno spazio delimitato da un  recinto composto anche da alcuni edifici di  forma semicircolare, si erge un imponente  monumento  con una base quadrata e un alto  tamburo a forma di torre largo 12 metri, sopra  cui si ergevano quattro grandi nicchie  contrapposte.

Sono molti gli studiosi che hanno tentato di fornire un’interpretazione di questo monumento ma le tesi formulate restano ancora oggi ipotesi.

Si crede che esso potesse rappresentare un monumento funerario oppure celebrativo, un tipo di edificio ben conosciuto e visibile in altri territori che un tempo erano appartenuti ai Romani. D’altra parte all’interno del recinto che cinge il turriglio sono state individuate alcune sepolture, sia ad incinerazione che ad inumazioni, risalenti a una forcella temporale che abbraccia i secoli dal I al V secolo dopo Cristo.

Non si è però riscontrata l’esistenza di una camera sepolcrale all’interno del torrrione centrale e tale assenza porta ad escludere l’interpretazione come Mausoleo.

I resti dell'edificio a base circolare

I resti dell’edificio a base circolare

Eminenti studiosi in passato hanno proposto quindi di ritenerlo un monumento celebrativo della vittoria di Roma ottenuta da Gaio Mario contro i Cimbri e i Teutoni (101 a.C.) e che segnò l’inizio della romanizzazione dell’intera zona.

Un’altra ipotesi più volte proposte lo vorrebbe un Ninf

eo, ovvero una fontana monumentale  con giochi d’acqua, antenata dei moderni Teatri d’Acqua.

Se in origine con il termine si indicava un edificio sacro ad una ninfa, legata appunto ad una fontana o allo scaturire di una sorgente, in epoca greco-romana il termine indica questa tipologia di monumento, che poteva essere sia pubblico che privato e che era caratterizzato da esedre e vasche d’acqua.

L’ipotesi è affascinante e peraltro la piana su cui sorge e condivide con la vicina Pollentia è tuttora solcata da abbondanti e superficiali falde freatiche alimentate dal vicino fiume Tanaro.

Disegno ricostruttivo-ipotetico del monumento

Disegno ricostruttivo-ipotetico del monumento

D’altronde gli scavi archeologici  hanno individuato, strutture immediatamente adiacenti (conduttore in piombo) che  testimoniano l’esistenza di condutture idrauliche. Non lontano dal complesso del Turriglio correva il vicino ( e conosciuto) acquedotto di Pollentia.

Per tornare al nostro Turriglio, quello che è certo che esso ha caratteri di spicc

ata monumentalità e non a caso è al crocevia fra le strade che collegavano tra loro Alba Pompeia, Pollentia e Augusta Bagennorum, importanti centri della IX Regio augustea.

2 commenti
    • ambientecultura
      ambientecultura dice:

      buongiorno,
      il Suo riferimento è al Miliarium Aureum, eretto da Augusto nel Foro Romano nei pressi del Tempio di Saturno, poi sopprannominato “Umbilicus Romae” da Costantino, e da non confondersi con L’Umbilicu urbis Romae, posto dirimpetto nel Foro. Non abbiamo notizie di altri “ombelichi viari” fatta eccezione per quello citato, che per definizione è “l’ombelico unico” delle strade romane. L’ipotesi è però seducente, crediamo comunque che l’ipotesi più accreditata sia quella di trofeo militare. Grazie per la sollecitazione interessante e pertinente

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