Benedizione della statua di Nostra Signora di Dachau
Sabato 2 aprile alle 21.00 nella Chiesa di San Giuseppe di Alba si svolgerà la benedizione della scultura che rappresenta la Madonna di Dachau – una copia della statua venerata presso questo primo campo di concentramento -, da parte del vescovo della diocesi albese, Sua Eccellenza Marco Brunetti.
La cerimonia sarà accompagnata dal coro della Stella Alpina e da letture che narreranno la vicenda della statua così venerata.
Verrà inoltre presentato il libro “La Madonna di Dachau e Padre Girotti”.
“Sono passati due anni dal 6 marzo 2020, data a partire dalla quale come Associazione Beato Giuseppe Girotti abbiamo cercato di approfondire la conoscenza delle sofferenze patite nei lager nazisti e di come i superstiti hanno portato a conoscenza le sofferenze patite. La nostra attenzione è stata attirata da una statua della
Vergine Maria nella baracca 26 del campo di sterminio di Dachau dove morì il giorno di Pasqua, primo aprile 1945, il nostro padre Giuseppe Girotti.
La statua era giunta nel capo di Dachau in maniera fortunosa, subito protetta nelle braccia dei preti, dove era venerata per il suo sguardo dolce che “disarma l’odio”. La copia di questa statua ha per noi lo scopo di non dimenticare quanto accaduto e di amare, non odiare.
Ancora si ricordano i superstiti dei campi di sterminio nazisti che, durante i loro raduni ad Alba negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, raccontavano con voce calma i loro ricordi sull’applicazione del verbo “odiare” in tutte le sue varianti in quell’orribile luogo di dolore. Sulla loro pelle avevano sentito applicare le regole della scuola del genocidio dove sulla base di presunte scoperte scientifiche interi popoli furono condannati al martirio.
In questo scenario dove l’uomo veniva visitato e catalogato come un oggetto prima di essere ritenuto degno di vivere, si avvaloravano teorie economiche che portarono alla divisione e all’odio tra le classi sociali aizzate in una competizione che portò al conflitto della Seconda guerra mondiale.
Negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso si ricordano i commenti e i fasti che causavano questi raduni: “Ora c’è benessere diffuso, non ci sono tensioni sociali quindi tutto questo non succederà mai più…è superfluo ricordare il dolore, fa solo stare male!”. Invece i fatti odierni testimoniano che questo sta di nuovo accadendo.
La mente umana continua a odiare, anche senza il pretesto della razza. L’odio viene anche ripescato da una non lettura della storia, quindi gli sbagli passati non sono condivisi, si usano i media per divulgare nuovi pregiudizi e nuovi pretesti per odiare.
Ricordiamo il motto Né odio, né oblio”.
Renato Vai, Presidente dell’Associazione Beato Giuseppe Girotti
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