L’itinerario del progetto La Via dei Pellegrini si va a sovrapporre ad un antico cammino di fede che univa, già dalla fine del XVI secolo, la città di Alba, ora immersa nei paesaggi vitivinicoli UNESCO, e il Santuario della Natività di Maria di Vicoforte Mondovì caro ai Savoia, allora ai primordi della sua storia e oggi noto per la sua maestosa cupola ellittica.

L’antico cammino di fede che viene recuperato e valorizzato è il tracciato del pellegrinaggio compiuto ogni anno nei secoli scorsi dalla Confraternita dei Pellegrini di San Giuseppe, il sodalizio di laici devoti che nacque sul finire del XVI secolo e che costruì, tra i secoli XVII e XVIII, la chiesa di San Giuseppe ad Alba, punto di inizio della Via.

Da Vicoforte Mondovì proveniva infatti San Teobaldo Roggeri, santo co-patrono dell

Busto reliquiario di San Teobaldo

a città di Alba del XII secolo, oggetto di forte devozione già in vita e poi nei secoli successivi.
Un prezioso busto reliquiario del santo, risalente al XV secolo, in argento e bronzo dorato, trafugato nel 1983 e poi ritrovato negli Stati Uniti, e restituito alla Diocesi di Alba nel 2014 da parte dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino.

Il pregevole busto in argento sbalzato, cesellato e dorato è ora esposto nella chiesa di San Lorenzo, la Cattedrale di Alba, a 100 m dalla chiesa di San Giuseppe e primo step intermedio della Via dei Pellegrini.

La chiesa di San Giuseppe di Alba venne fondata dalla Compagnia dei Pellegrini, un’associazione religiosa che nel 1622 chiese e ottenne la possibilità di costruirsi una propria sede.
L’edificazione della chiesa inizia nel 1643, si aggiungono negli anni ’80 due cappelle laterali, secondo lo stile tipico della transizione tra Concilio di Trento ed arte barocca. Nella prima metà del ‘700 vengono fatti molti lavori, quali l’inizio della costruzione del campanile e l’aggiunta di altre due cappelle laterali. Tra queste ultime significativa è la pentagonale Cappella del Crocifisso con una la statua di Cristo che poteva essere fisicamente staccata dalla Croce e portata in processione per le vie della città, nella manifestazione dell’Intierro.
La storia più recente della chiesa ha visto il bene completamente abbandonato per molti anni alla fine del ‘900 e notevolmente danneggiato. A partire dal 1996, però, l’arrivo di Proteggere Insieme, associazione di protezione civile specializzatasi nella salvaguardia dei beni culturali, ha recuperato l’edifico, trasformandolo in un centro culturale, oggi sede di numerose associazioni e teatro di molti eventi culturali.
La peculiarità della Confraternita dei Pellegrini consisteva nel pellegrinaggio collettivo al Santuario di Vicoforte. Una piacevole gita annuale che, per il suo esprimersi in forma di turismo devozionale, vedeva una partecipazione numerosa.
La scelta dei Pellegrini di Albastato di Monferrato – di portare omaggio alla Madonna di Vicostato di Savoia – anziché, semmai, a quella di Crea, si lega probabilmente alla consapevolezza – e forse desiderio – di un prossimo destino di sudditi sabaudi (Alba era da tempo completamente circondata da terre sabaude).
Alba fu ceduta ai Savoia nel 1631 e da allora l’impegno annuale della confraternita fu assolutamente opportuno oltre che gradito alle autorità pubbliche.
Ad Alba, dal folto gruppo degli affiliati alla Compagnia del Santissimo Sacramento, si staccò un nucleo di affezionati alla gita annuale verso la Madonna dipinta su un pilone nei campi di Vico.
A ben vedere quindi c’era già una Compagnia dei Pellegrini ben prima che accadesse il miracolo da cui prese avvio la vicenda di Vicoforte, c’era anzi da prima del 1577.

Altare maggiore con icona della Madonna, Santuario della Natività di Maria di Vicoforte Mondovì