É Alba a dare i natali a Roberto Longhi, storico e critico d’arte di fama internazionale. Classe 1890, figlio di Linda Battaglia e di Giovanni Longhi, insegnante di materie tecniche presso la locale Regia Scuola Enologica, si laurea nel 1911 a Torino, discutendo una tesi sul Caravaggio. Collabora con alcune riviste: “La Voce”, dal 1911, e, in seguito all’ingresso, l’anno successivo, alla scuola di perfezionamento di Adolfo Venturi a Roma, “L’Arte”. la fisionomia del critico d’arte va intanto evolvendo: nel 1910 si avvicina, “scoprendoli” alla Biennale di Venezia, a Courbet e Renoir.
A partire dal 1913, è inoltre insegnante presso i licei Tasso e Visconti di Roma; tra i suoi allievi figura Lucia Lopresti, sua futura moglie, scrittrice conosciuta con lo pseudonimo di Anna Banti. Tra il 1920 e il 1922 viaggia in Europa con Alessandro Contini Bonacossi visitando chiese, musei e collezioni del continente (Francia, Spagna, Germania, Austria, Paesi Bassi, Cecoslovacchia, Ungheria). A Roma, dal 1922, esercita la libera docenza all’Università. Nel frattempo, è autore di una prima serie di pubblicazioni: gli scritti giovanili si concentrano su artisti quattrocenteschi, Caravaggio, oltre che su temi di critica militante, come la pittura e la scultura futurista.
Nel 1927 assume la direzione, insieme ad Emilio Cecchi, della rivista “Vita Artistica”. Insieme a Cecchi fonderà, l’anno successivo, il periodico “Pinacotheca”. Prosegue inoltre con le pubblicazioni: allo stesso anno risale infatti il “Piero Della Francesca”, monografia sull’artista quattrocentesco subito tradotta in francese ed inglese.Nel 1934 Longhi vince il concorso per la cattedra di storia dell’arte medievale e moderna all’Università di Bologna. Tra il 1935 e il 1936 organizza la Mostra del Settecento bolognese. La qualità del lavoro di Longhi è testimoniata dai riconoscimenti che arrivano: dal 1947 al 1958 é infatti membro delle commissioni organizzatrici della Biennale di Venezia.
Il 1939 è l’anno del trasferimento a Firenze, dove collabora con studiosi del calibro di Ranuccio Bianchi Bandinelli e Carlo Ludovico Ragghianti alla direzione di alcune riviste. Viene pubblicato, in questi anni, un altro filone di opere, tra cui, nel 1943, il primo annuario di “Proporzioni” (seguiranno altri tre numeri nel 1948, 1950 e 1963), che contiene, tra l’altro, il noto saggio dedicato agli Ultimi studi sul Caravaggio e la sua cerchia. Il 1939 è anche l’anno in cui pone le basi per un futuro trattato sul Caravaggio, che pubblicherà nel 1952: in quell’anno, tiene infatti una lezione sull’artista milanese al Congresso storico-artistico di Londra, da cui prenderà le mosse per la stesura del libro. Nel 1949 ottiene la cattedra in Storia dell’Arte all’Università di Firenze.
Gli anni ’50 sono quelli delle grandi mostre milanesi: Caravaggio e i caravaggeschi (1951), Pittori lombardi della realtà (1954), La pittura bolognese nel Trecento (1950), Arte lombarda dai Visconti agli Sforza (1958). Roberto Longhi si spegne nel 1970, all’età di 80 anni: per volontà testamentaria, lascia “per vantaggio delle giovani generazioni” la collezione d’arte, la fototeca e la biblioteca custodita nella villa di via Fortini, dove oggi ha sede la Fondazione che porta il suo nome.