“Giuseppe Penone. Impronte di Luce” & Alba Sotterranea: la mostra alla Fondazione Ferrero di Alba
L’esposizione, a cura di Jonas Storsve, in collaborazione con l’artista, riunisce oltre cento opere, dando forma a un racconto visivo della ricca produzione artistica di Giuseppe Penone (Garessio, 1947) che si estende dagli anni Sessanta sino a oggi.
Filo rosso della mostra è il tema dell’impronta, soggetto privilegiato nella ricerca dell’artista, che si ritrova in tutto l’arco temporale della sua produzione: dall’opera Alpi Marittime del 1968, prima sperimentazione del contatto diretto tra corpo e bosco, fino alla serie Impronte di luce (2022 – 2023) che viene presentata per la prima volta in Italia proprio in questo contesto.
Il percorso espositivo approfondisce il tema dell’impronta spaziando dal disegno alla fotografia, dalla modellazione all’intaglio in un compendio accurato della vasta selezione di generi e tecniche affrontati dall’artista. Il motivo dell’impronta diviene nella visione di Giuseppe Penone sinonimo di contatto tra superfici differenti e trova una propria manifestazione ideale nella natura, intesa come ecosistema globale di cui ogni elemento è parte integrante, dall’essere umano alle foglie, dagli alberi alla terra.
Completa il progetto espositivo il catalogo illustrato edito da Skira, che riunisce le immagini di tutte le opere in mostra e vi affianca i saggi a firma dell’artista e del curatore, assieme ai contributi di Jean-Christophe Bailly, Olivier Cinqualbre, Carlo Ossola e Francesco Guzzetti, responsabile del coordinamento scientifico della mostra.
Per tutta la durata della mostra, nell’auditorium della Fondazione sarà visibile il documentario La memoria dei fluidi. Giuseppe Penone scultore di Giampaolo Penco (Italia, 2012). Il film, della durata di 60’, sarà proiettato dal mercoledì alla domenica alle ore 16 e alle ore 17. La proiezione è gratuita.
Il pubblico può accedere all’auditorium direttamente dalle sale espositive.
Giuseppe Penone
Nato a Garessio nel 1947, Giuseppe Penone vive e lavora a Torino, dove tiene le sue prime mostre tra il 1968 e il 1969, rivelandosi tra i protagonisti dell’Arte Povera. Nella sua arte, il processo di attuazione è parte integrante dell’opera e sono le azioni compiute dall’artista in rapporto dialettico con quelle naturali, che danno forma alla materia. L’albero, “idea prima e più semplice di vitalità, di cultura, di scultura”, è un elemento centrale nel suo lavoro. Penone ha rappresentato l’Italia alla 52° Biennale di Venezia del 2007 e ha tenuto mostre personali in importanti istituzioni italiane ed estere, tra cui Stedelijk Museum (1980), National Gallery of Canada di Ottawa (1983), Castello di Rivoli (1991), Toyota Municipal Museum of Art (1997), Centre Georges Pompidou (2004, 2022), Château de Versailles (2013), MART di Rovereto (2016), Rijksmuseum (2016), Galleria degli Uffizi (2021), Philadelphia Museum of Art (2022), Galleria Borghese (2023).
Jonas Storsve
Jonas Storsve è nato a Copenaghen nel 1956. Ha studiato storia dell’arte a Parigi, presso l’Ecole du Louvre e l’università La Sorbonne. Ha ricoperto la carica di curatore presso diverse istituzioni museali francesi, quali il Musées de la Ville de Strasbourg (1988-91) e il Musée des Beaux-Arts de Nantes (1991-95). Dal 1996 al 2006, è stato curatore presso il Cabinet d’art graphique del Musée National d’art moderne, Centre Georges Pompidou di Parigi. Nello stesso museo, è diventato curatore capo del dipartimento di arte grafica, dal 2009 al 2023. Ha curato numerose mostre e pubblicazioni su artisti moderni e contemporanei. Nel 1991 ha organizzato, insieme a Michèle Lavallée, la prima grande antologica dedicata al lavoro su carta di Giuseppe Penone (Giuseppe Penone. L’espace de la main, Strasburgo, Ancienne Douane, 26 ottobre 1991 – 19 gennaio 1992). Più di recente, è stato il curatore, in collaborazione con Laetitia Pesenti, della mostra Giuseppe Penone. Dessins (19 ottobre 2022-6 marzo 2023) presso il Musée national d’art moderne, Centre Georges Pompidou, con la quale è stata celebrata la donazione dell’artista al museo francese di più di trecento opere su carta, realizzate nel corso di tutta la sua attività.
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