Ultimo giorno dell’anno a Salonicco (e nel suo passato…)
Ecco un breve resoconto di una giornata del viaggio a Salonicco e dintorni che ci ha inviato il nostro giovane archeologo Gianmarco Gastone.
Insieme a un gruppo di compagni di studi e freschi neolaureati in discipline storiche archeologiche, si è ricavato qualche giorno a cavallo delle festività per un soggiorno alla scoperta della seconda città greca, che in epoca antica rispondeva al nome di Tessalonica.
Qui di seguito le sue impressioni riguardo all’importante museo archeologico cittadino.
Sono le 10:30, ultimo giorno dell’anno, io e i miei amici, archeologi, ci presentiamo all’ ingresso del museo archeologico di Salonicco e, dopo un poco caloroso benvenuto, entriamo.
Ospitato in un edificio simbolo della sete di modernità che la Grecia, come l’Italia, aveva negli anni ’60, il museo consente ai cittadini di costituirsi un’idea chiara e sintetica del ruolo centrale che la città ebbe nella sua storia più antica.
Ma andiamo in ordine…
All’inizio, dopo una breve sezione dedicata all’origine della polis, comincia un lungo percorso che, per temi, guida il visitatore alla scoperta della città e della vita che al suo interno si svolgeva, dal VII secolo a.C al IV d.C. In questo millennio la città, da polis autonoma, diventa importante centro macedone e, successivamente, romano.
Suddivisi per tematiche, molti sono i reperti che attirano i nostri sguardi, numerose le ricostruzioni scientifiche che danno linfa alla nostra immaginazione, puntuali i mezzi multimediali che consentono una fruizione del museo più interattiva. L’aspetto cronologico è invece un po’ trascurato.
Dopo un bagno di colore offerto dai numerosi mosaici macedoni, le luci si spengono e lo splendore dell’oro dei predecessori di Alessandro Magno si accende di fronte a noi.
Questi sono i tesori simbolo di quel grande Stato che si era formato senza il quale, probabilmente, Alessandro non sarebbe stato chiamato dai posteri “Magno”.
Le sue conquiste, però, non sopravvissero alla sua morte. Roma, che ne ereditò l’aspirazione universale, anche cadde.
Ma la “Nuova Roma”, Costantinopoli, era destinata a sopravvivere ancora più di mille anni e il museo successivo ci offrirà la possibilità di conoscerne meglio la società e la cultura.
E anche nel millennio successivo Salonicco sarebbe stata un’importante pedina in quel “grande gioco”, espressione che prendiamo in prestito dalla grande opera di Peter Hopkirk , che ben si adatta a darci un’idea di quel periodo che noi chiamiamo Medioevo.
Per le ultime due foto ringrazio l’amica e collega Maria Pina Garaguso.
Gianmarco Gastone
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