A spasso nel tempo con Proprò
Questo racconto è stato ideato e scritto dagli alunni della classe III a nell’a.s. 2012/2013, nell’ambito del concorso scolastico legato alla mostra I tesori del Tanaro. Ha ricevuto la menzione speciale dalla giuria scientifica
Un piccolo maschio di Anancus arvernensis viveva nella pianura di Alba con la sua mamma, in un branco composto anche da femmine adulte e cuccioli, maschi e femmine.
Si chiamava Proprò. Gli piaceva mangiare l’ erba fresca dei prati e le tenere foglioline delle piante che abitavano le pianure paludose, ma non sopportava per nulla fare il bagno.
Questo era proprio un po’ strano per un proboscidato , ma a lui non piaceva proprio andare in acqua perchè, durante il bagno, sua mamma lo torturava quando gli puliva le grandi orecchie e gli strofinava sempre troppo forte il corpo.
In compenso gli piaceva molto dormire e fare dei bei sogni, accucciato vicino alla sua mamma, e, prima di addormentarsi, adorava ascoltare i racconti che si tramandano da sempre da madre in figlio. Sognava spesso di diventare da grande un papà forte e coraggioso come il suo.
Odiava anche camminare e, quando doveva farlo per andare in giro con il suo branco alla ricerca di cibo , si faceva prendere in groppa dalla sua mamma. Povera donna! Pur essendo piccolo , Proprò era comunque già bello pesante e portarlo in groppa era proprio una faticaccia.
La sua mamma cercava sempre di proteggerlo e di difenderlo e gli rivolgeva anche mille raccomandazioni quando si allontanava da solo.
Lui però desiderava far vedere a tutti che era coraggioso e così rischiava spesso di cadere in situazioni pericolose.
Nel branco viveva anche un’elefantina di nome Priprì . A lei piaceva fare il bagno e camminare, era amica di Proprò che, secondo lei, era però troppo pigro.
Proprò invece era molto innamorato di lei e cercava in tutti i modi di dimostrarsi coraggioso per piacerle almeno un po’.
Il branco viveva felice in mezzo ai prati e alle paludi dove potersi bagnare la pella secca e bere a volontà nei fiumi e nei laghetti.
Nello stesso posto vivevano però anche i grandi nemici degli elefanti: iene, ghepardi, rinoceronti e la terribile tigre dai denti a sciabola!
Un mattino d’ estate Proprò si svegliò e, affamato, chiese alla mamma se poteva andare a cercarsi qualcosa da mangiare, da solo.
La mamma rispose : -Sì, ma sta’ attento e non allontanarti troppo, perchè ci sono grandi nemici che sono sempre alla ricerca di cibo e tu sei un ottimo bocconcino!
-Sì , sì va bene starò attento.- promise Proprò e partì .
Prima si mangiò un po’ di erbetta, poi andò da Priprì a chiedere se voleva andare con lui allo stagno.
Lei disse di no perchè sapeva che era troppo pericoloso avventurarsi da soli.
Proprò allora partì allora da solo e raggiunse lo stagno.
Faceva molto caldo e lui aveva tanta voglia di bere, così ando vicino all’acqua e rimase un po’ fermo a pensare se entrare o no perché, come sappiamo, lui non amava tanto bagnarsi.
Priprì, nel frattempo, l’aveva seguito perche non si fidava di lui e lo vide mentre si domandava:-Mi butto o non mi butto? Mi bagno o non mi bagno?
Priprì gli arrivò dietro quatta quatta e non resistette alla tentazione di fargli un bello scherzetto così lo spinse in acqua senza che lui quasi se ne accorgesse.
SPASH ! Proprò cadde con un gran tonfo e Priprì scoppiò in una grande risata.
Svegliata da questi rumori, una tigre dai denti a sciabola , che giaceva dietro un cespuglio, si svegliò dal suo sonno.
Anche lei era molto affamata, vide i due proboscidati e già si pregustava un bel pranzetto.
Proprò intanto uscì dall’acqua e cominciò a scrollarsi l’acqua di dosso spargendo schizzi dappertutto e soprattutto contro Priprì, che comunque rideva a crepapelle, rotolandosi nel prato.
Priprì a un tratto, però, si accorse di due luci gialle dietro il cespuglio e capì che erano in pericolo : una tigre era pronta a mangiarli!
– Scappiamo via! – urlò a gran voce Priprì – C’è un tigre!
Proprò, all’inizio, non ci credeva perche pensava che fosse uno dei suoi soliti scherzetti.
Nel frattempo, alla tigre scappò un ruggito e così Proprò si convinse della sua presenza e capì anche dove si trovava.
Per dimostrare all’ amica di essere coraggioso andò verso il cespuglio, ma la tigre se ne era già andata alla ricerca dei suoi amici, la iena e il ghepardo, per farsi aiutare nella cattura dei due proboscidati.
Proprò rassicurò Priprì che si dimostrò molto contenta del coraggio dimostrato dal suo amico e , insieme, tornarono verso il branco.
Raccontarono l’avventura alle mamme che si precipitarono subito a controllare anche loro dietro il cespuglio.
Ovviamente non trovarono nulla e sgridarono i due piccoli perchè le avevano fatte spaventare inutilmente e perdere tempo.
Proprò pensò :- Magari ho sentito male!
E Priprì pensò tra sè e sè :- Forse ho scambiato due foglie illuminate dal sole per gli occhi della tigre!
La tigre intanto, con il ghepardo e la iena, saltarono fuori all’improvviso da dietro un albero per attaccare gli elefanti indifesi.
Proprò e Priprì corsero in picchiata a cercare riparo dentro al cerchio formato dalle femmine adulte.
Le mamme affrontarono con grande forza i predatori e li scacciarono via.
Propro e Priprì tremavano e stavano stretti stretti, zitti zitti e avevano anche paura che alle loro mamme potesse succedere qualcosa di brutto.
E tutto per colpa loro!
Quando i predatori se ne furono andati , le mamme riaprirono il cerchio e cominciarono a “cantare” una bella romanzina ai loro cuccioli per la loro imprudenza.
Stanchi morti, i due cuccioli, dopo la sgridata, andarono a riposarsi.
Proprò chiese alla mamma di accucciarsi vicino a lui e poi:
– Mamma mi racconti una storia?
– Quale storia vuoi, cucciolo mio?
– Mi piace tanto quella di quando ad Alba c’era il mare.
– Ma sempre quella?!? Te l’ho già raccontata mille volte.
– Ma a me piace tanto! Dai mamma, me la racconti?
– Ok, ma è l’ultima volta!
Tanto tempo fa ad Alba, proprio dove abitiamo noi c’era il mare.
Era un mare….. dove viveva una Balenoptera acutorostrata Cuvierii chiamata da tutti Tersilla…..
– La storia è finita, Proprò, adesso dormi : si è fatto molto tardi!
Proprò, soddisfatto, si accucciò ancora più vicino alla sua mamma e cadde in un sonno profondo, pieno di sogni e di mille avventure.
Mai più però si sarebbe immaginato che tanti cuccioli umani, vissuti tanti anni dopo di lui, sarebbero addirittura andati in un museo a vedere i suoi resti fossili!
Eh sì, perché, come tutti , anche per lui arrivò la vecchiaia e un bel giorno, finì la sua vita, accanto alle acque di un fiume che da piccolo lui odiava, ma che poi ha custodito le sue ossa fino ad oggi : il fiume Tanaro.
E quei cuccioli umani siamo noi:
GLI ALUNNI DELLA 3° A DELLA SCUOLA PRIMARIA MICHELE COPPINO DI ALBA:
SARA AGNESE
AYA AZOUI
BIANCA BOVONE
EDDI COJACAR
MARTINA DACASTELLO
GIULIA GRASSO
VERONICA IACONO
ALAADIN LALHOU
RAZVAN MEIU
GIORGIA PRICINA
ALFREDO TENINO
DAVIDE TIBALDI
PAOLO TOMASELLO
PIETRO TOPPINO
ISAAC OKU
REBECCA VAIRA
EDOARDO VISCA
STIVEN ZIZOLLI
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!