“Ricordate l’uccellino di pascoliana memoria che durante l’aratura “… in cor già gode e il tutto spia dai rami irti del moro”? È il passero che segue l’aratro e sa che troverà tra le zolle rivoltate del buon cibo.

Non cibo cercavano Antonio Adriano e i suoi amici tra i solchi dei campi appena lavorati, ma tracce dell’antico passato di Magliano: frammenti di tegoloni, cocci di anfore, tessere di mosaico, resti di murature, ecc. Si tratta di testimonianze della Magliano romana che si era sviluppata sul nostro territorio, dal campo delle Mùnie (Cornale) al Biaròt e a Magalla, al Banchèt e al Borgo Nuovo, alla Moglia e al Prato Grande, a San Pietro, al Bosco e alla Costa e poi lungo tutto il percorso di Via Valmolterra.

Il Fundus Mallianus era forse stato il centro più importante lungo la via romana che collegava Asti con Pollenzo.

Anche la Soprintendenza Archeologica si interessò alla storia antica del nostro paese e dopo varie ricerche e sondaggi confermò che probabilmente il nucleo centrale della comunità romana si era sviluppato nella zona che chiamiamo comunemente Campi Sappa, dove il terreno custodisce e nasconde abbondanti e significative tracce.

Proprio lì si trova l’unico elemento visibile di quella nostra storia: il tratto breve di un muro di pietra di circa 2000 anni fa, che costituiva le fondamenta di una villa agricola.”

(Silvana Volpe, Amici del Castello Alfieri)

Nelle parole di Silvana Volpe riecheggiano le gesta dei Trivelleur, ossia i componenti del Gruppo spontaneo che negli anni Sessanta e Settanta hanno dato luogo ad un’appassionata ricerca archeologica sul campo a Magliano.

Magliano Alto

Il progetto

Proprio allo scopo di valorizzare il Fundus Mallianus e in più in generale la lunghissima continuità di insediamento dell’abitato maglianese (dal Neolitico ad oggi) è nato il progetto “Dal Fundus Mallianus al Colle dei Sette Castelli”, presentato dall’associazione Ambiente & Cultura in partnership con il Comune di Magliano Alfieri e l’associazione Amici del Castello Alfieri e che si è realizzato con il contributo di Fondazione Cassa di risparmio di Torino.
In particolare il progetto nasce dalla segnalazione, da parte degli Amici del Castello Al-fieri, del degrado dei resti della villa romana e della necessità di esporre la collezione archeologica di Antonio Adriano e del Gruppo Spontaneo Maglianese, esperienza determinante per l’identità del paese, ed ha permesso di portare a termine diverse operazioni su più fronti.

DISERBO DELL’AREA ARCHEOLOGICA E CONSOLIDAMENTO DEL MURO ROMANO
Uno degli obiettivi previsti era quello di mettere in sicurezza l’area archeologica all’aperto situata in Sant’Antonio in via Valmolterra, dove nel 2006, in occasione degli scavi per la realizzazione di un canale scolmatore del Rio Valle, erano venuto alla luce i resti della villa rustica romana, che si trovava in uno stato di forte degrado.
Come primo step è stato quindi necessario procedere al diserbo manuale dalle piante infestanti cresciute sopra il muro di età romana, realizzato con prodotti a base di acido pelargonico, che non risulta nocivo alla salute umana e non ha implicazioni negative per l’ecosistema.
A questo punto è stato quindi possibile procedere con le operazioni di primo consolidamento del muro romano, danneggiato dall’incuria nel tempo.
Il muro in oggetto apparteneva a una grande e articolata villa romana, attiva tra la piena età imperiale e il tardo antico, ovvero un complesso architettonico rurale costituito dalla parte produttiva tipica delle fattorie, ma anche dotato dei vari confort delle eleganti abitazioni di città per l’otium del proprietario.

DIGITALIZZAZIONE DEI CONTENUTI
È stata inoltre prodotta un’audioguida georeferenziata multimediale che permette, trami-te l’app gratuita di izi.TRAVEL, la fruizione autonoma del nuovo percorso ad anello che collega i vari punti di interesse delle diverse frazioni di Magliano, dalla zona bassa del paese (dove è presente l’area archeologica) al Castello Alfieri solla sommità della collina (che ospita il Museo Civico di Arti e Tradizioni Popolari-La cultura del Gesso e il Museo Civico Il Teatro del Paesaggio e adesso accoglie la riordinata collezione archeologica).
All’interno del progetto è stata creata una mappa digitale che ha permesso di geolocalizzare tutti i principali ritrovamenti archeologici avvenuti sul territorio Maglianese.

PANNELISTICA
Sono stati realizzati due grandi pannelli in alluminio e trattati con vernici per la resistenza alla prolungata esposizione alla luce del sole, collocati presso grazie a un portapannelli bifacciale in legno. I pannelli riportano contenuti particolareggiati riguardanti il Fundus Mallianus, la Via Fulvia, le ville rustiche romane e i dati pubblicati dalla Soprintendenza in relazione agli scavi del 2006. Inoltre, espongono i QR-code per accedere all’audiotour georeferenziato, alla mappa digitale dei ritrovamenti archeologici distinti per epoche (preistoria, epoca romana e medioevo) e i testi tradotti in inglese.
Altri tre piccoli pannelli con QR-code permettono di accedere all’audiotour georeferenziato e sono stati collocato presso i due grandi portapannelli che già riportano la storia maglianese nel suo complesso presso le scuole elementari e presso l’inizio della salita al Belvedere Alfieri, mentre per il terzo è prevista la collocazione all’interno del castello.

SISTEMAZIONE DEI RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI
Infine, il progetto ha permesso di riordinare la ricca e significativa collezione di reperti archeologici che vanno dal Neolitico alla fine del Medioevo, testimoni della lunga continuità dell’insediamento, rinvenuti dal Gruppo spontaneo e dallo studioso locale Antonio Adriano, fondatore del gruppo di amici che si è occupato e si occupa della tutela delle tradizioni popolari e della storia del luogo.
È stata anche realizzata una vetrina deposito, allestita all’interno della sala della Torre rotonda nord del Castello Alfieri, che vede esposti i reperti più significativi della collezione, distribuiti per le varie epoche storiche, e che trova custoditi in appositi spazi attrezzati gli altri reperti mobili rinvenuti attualmente non esposti, oltreché le fotografie dell’epoca dei ritrovamenti.

A conclusione del progetto si è svolto l’incontro di presentazione, dal titolo “Archeologi e contadini. Dal Fundus Malianus al Colle dei Sette Castelli”, sabato 6 aprile 2024 alle ore 17.00, presso Castello Alfieri.