Vive e lavora ad Alba. Uno dei primi iscritti al gruppo La crota. Per le sue sculture usa il ferro, bronzo, rame.

Francesco Girotti

La mostra Francesco Girotti. Tra modernità e tradizione è un’esposizione antologica di alcune delle opere dello scultore albese e  sarà aperta al pubblico dal 2 settembre al 1 ottobre 2023, presso la chiesa di San Giuseppe (via Vernazza 6, Alba.).

 LA MOSTRA

La mostra è curata da Walter Accigliaro  e da Jacopo di Marco con il supporto del Centro Culturale San Giuseppe e dell’associazione Padre Girotti e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

Durante i 30 giorni della mostra saranno esposte tredici delle sue sculture, tra le quali “Volto” (2017), “Il mietitore”(2006), “Cavallo” (1995).

“Volto”

LO SCULTORE FRANCESCO GIROTTI

Francesco Girotti, morto il 10 febbraio 2018 a 77 anni, nipote del Beato Giuseppe Girotti, visse e lavorò ad Alba, e per le sue sculture utilizzò ferro, bronzo e rame perché, mentre era in vita, fece della fiamma ossidrica il proprio scalpello. Negli anni Cinquanta imparò il mestiere di saldatore alla bottega di Dario Sola e una volta assunto alla Ferrero, prese a impegnare le sue capacità anche nell’arte.

I curatori della mostra,  Walter Accigliaro e Jacopo Di Marco, tratteggiano così la persona e l’artista che è stato Francesco Girotti:

Girotti, classe 1940, opera sul territorio fin dagli anni Settanta utilizzando materiali poveri e ostili come i metalli. I materiali impiegati vengono lavorati attraverso la saldatura ossiacetilenica, una vecchia tecnica impiegata fin dall’inizio del XX secolo in cui non si ha bisogno di energia elettrica. La fiamma, liberata dal cannello, plasma la materia delineandone i volumi e creando le forme.

La sua vocazione esiste fin dalla giovane età, ma la sua vena espressiva trova un’appropriata valvola di sfogo solo dopo l’apprendistato presso la bottega di Dario Sola, maestro saldatore. Successivamente, con l’assunzione in Ferrero come meccanico, ha possibilità di affinare la tecnica che nel frattempo, con crescenti abilità, declina in chiave artistica.

I primi lavori a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta sono legati alla figurazione religiosa e contadina della Langa. A partire dai primissimi anni Settanta invece, complice l’adesione al gruppo Langhe 2000, i suoi lavori imboccano la via dell’astrazione.

“Cavallo”

A interessare l’artista è il momento del “lavoro manuale” sulla materia: la fase in cui, come in uno scontro, le resistenze dei metalli vengono piegate dalla forza della fiamma, sottesa all’intelligenza creativa dello scultore.

Uomo e artista coesistono, e l’uomo non poteva rinunciare al suo mondo imbevuto di storie popolari sulle Langhe, di letture piemontesi – Fenoglio e Pavese su tutti – e della memoria storica dello zio Beato Giuseppe Girotti, studioso dei testi sacri morto a Dachau da prigioniero politico in seguito a un’iniezione di benzina.

“Il mietitore”

In Francesco Girotti convivono dunque due anime: quella artistica orientata, ai linguaggi più moderni e sperimentali, condivisa con artisti come Accigliaro, Martinelli e Bracco, e dall’latro lato quella albese, profondamente radicata nel territorio. La sua traccia si rivela inoltre anche in numerosi luoghi pubblici deputati alla memoria.

 

L’inaugurazione si terrà sabato 9 settembre 2023 presso la Chiesa di San Giuseppe in Via Vernazza 6.