Il ciclo del riciclo della plastica è costituito da cinque fasi:
I. RACCOLTA: i rifiuti in plastica vanno gettati negli appositi contenitori, da cui saranno poi prelevati dalla ditta che si occupa dello smaltimento.
II. SELEZIONE: una volta giunti negli impianti di selezione, questi vengono distinti e separati in base alla tipologia, sia per mezzo dell’occhio umano (ci sono addetti che supervisionano e controllano lo smistamento) sia di macchinari dotati di raggio laser che distingue il materiale (a tal proposito è importante non schiacciare mai le bottiglie di plastica dall’alto verso il basso, perché il raggio potrebbe non riconoscerle come tali e non riciclarle correttamente, ma solo appiattirle longitudinalmente).
III. MACINAZIONE: ogni tipologia di plastica viene sminuzzata e lavata.
IV. LAVORAZIONE: i frammenti così ottenuti vengono quindi fusi.
V. FORMAZIONE: la plastica fusa viene versata in appositi stampi, dando vita a nuovi oggetti.
Riciclando correttamente gli oggetti in plastica contribuiamo a limitare i danni ambientali causati da questo materiale, dandogli una seconda vita!
Impariamo a riconoscere le tipologie di plastica riciclabile, solo quelle con codici 1, 2, 3, 4, 5 e 6 si possono gettare nel bidone della plastica.
1. Plastica trasparente resistente, ad esempio di bottiglie. Può dar vita a tessili, tappeti, imbottiture per cuscini, giubbotti di salvataggio, contenitori portaoggetti, abbigliamento, vele per barche, ricambi auto, sacchi a pelo, scarpe, valigeria.
2. Plastica comune bianca o colorata, ad esempio dei contenitori per lo shampoo. Si trasforma in oggetti di arredo come contenitori per organizzare gli spazi e panchine da esterno.
3. Plastica molto rigida, ad esempio per gli imballaggi. Una volta riciclata viene utilizzata nella produzione di scarpe, per produrre tubi idraulici, grondaie, infissi e condotti.
4. Plastica flessibile morbida, ad esempio della pellicola. Da questa è possibile ricavare le buste per fare la spesa.
5. Plastica dura ma flessibile, ad esempio dei contenitori da asporto. Si possono creare cassette per frutta e verdura, cestini per la pattumiera e i carrellini in plastica per la spesa.
6. Plastica rigida e leggera, ad esempio piatti e posate monouso. Può diventare oggetti di uso comune come mollette da bucato o righelli.
7. Tutta l’altra plastica, ad esempio il nylon e gli occhiali da sole. Non si ricicla, talvolta viene incenerita per produrre energia, ma inquina, quindi limitiamola.
Ultimo aspetto importante di cui ricordarsi è l’importanza del legiferare! Servono leggi che limitino e vietino la produzione e l’utilizzo di determinati prodotti in plastica. In Italia si sono banditi: nel 2018 le buste di plastica, nel 2019 i cotton fioc, nel 2020 le microplastiche nei cosmetici, nel 2021 la plastica monouso (in tutta Europa).
Per approfondire clicca qui: http://www.studiodelta.it/cosa-sono-e-come-si-classificano-le-materie-plastiche/