Sulla fine del XIX secolo l’estrazione della torba nella grande conca a Sud del lago Piccolo portava ad importanti ritrovamenti archeologici, oggi conservati nel Museo di antichità di Torino. Le trincee, ancora visibili nella superficie e ben localizzabili nelle piante di cantiere dell’epoca, hanno intaccato solo per il 40% il deposito archeologico, che conserva i resti della più estesa palafitta del Piemonte, attiva tra l’antica età del Bronzo e gli inizi dell’età del Ferro, cioé per tutto il II millennio a.C. La collocazione su una via di transito e la vicinanza con risorse minerarie hanno permesso a questo insediamento di diventare il punto di riferimento per la metallurgia antica del Piemonte occidentale con produzioni caratteristiche come le asce e le spade “tipo Trana”.
Al museo di antichità di Torino sono conservati i materiali provenienti da Avigliana – Trana: uno spillone a testa sferoide con decorazione spiraliforme, un’accetta di giadeite, un coltello – sega di selce nerastra, un coltellino di selce grigia, una cuspide di freccia di selce, due forme di fusione, una lavorata su tre facce per la fusione di punte di lancia, di asce e di rasoi; l’altra su due facce opposte per realizzare da un lato un oggetto che potrebbe essere un manico e dall’altra una specie di croce sormontata da un uccello (forse un cigno).
A questi materiali i bisogna aggiungere un deposito di sette asce del Bronzo Antico, conservate presso l’Armeria Reale, ma non esposte al pubblico. Le torbiere di Avigliana – Trana hanno restituito materiali del Bronzo, in particolare Medio e Finale, testimonianza di una cultura palafitticola di cacciatori e allevatori in possesso di elevate capacità tecnologiche per la lavorazione dei metalli.
Per maggiori informazioni sulle aree archeologiche di Avigliana e Trana clicca qui.
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